Il TAU è l’ultima lettera dell’alfabeto ebraico e rappresentava il compimento dell’intera parola rivelata di Dio. Esso venne adoperato con valore simbolico sin dall’Antico Testamento, per indicare la salvezza e l’amore di Dio per gli uomini. Il TAU è perciò segno di redenzione. I cristiani vedevano in questo segno la prefigurazione della croce di Cristo come compimento delle promesse dell’Antico Testamento, perché esso rappresentava il mezzo con cui Cristo ha rovesciato la disobbedienza del vecchio Adamo, diventando il nostro Salvatore come «nuovo Adamo». Il TAU era quindi il segno più caro per Francesco, il segno rivelatore di una convinzione spirituale profonda che solo nella croce di Cristo trova la salvezza di ogni uomo. Con le braccia aperte, Francesco spesso diceva ai suoi frati che il loro abito religioso aveva lo stesso aspetto del TAU, intendendo che essi erano chiamati a comportarsi come «crocifissi», testimoni di un Dio compassionevole ed esempio di fedeltà fino alla morte. Francesco utilizzava con frequenza a scopo di devozione il TAU: lo scriveva sui muri, sulle lettere, su se stesso, tracciava il segno del TAU per consacrare le sue azioni al Signore. Oggi i seguaci di Francesco, laici e religiosi, portano il TAU come segno esterno, come «sigillo» del proprio impegno. Si tratta del segno distintivo del riconoscimento della loro appartenenza alla famiglia o alla spiritualità francescana.